IL TICINO 

 

 

La geomorfologia

Il bacino idrografico del Ticino

Il Parco

Flora e fauna

 

 

 

 

 

La geomorfologia

La geomorfologia di un fiume ne descrive le caratteristiche e l’anatomia. Un fiume è diviso in tre parti: sorgente, letto (o alveo), foce. La prima è il punto in cui esso nasce ed è solitamente formata dalla fusione di nevi e ghiacciai o dalle acque di un lago. Il secondo è il solco in cui scorre il fiume limitato dalle due rive. La foce infine è il punto dove il fiume sfocia in mari o in altri fiumi. Essa può essere a delta o ad estuario.

La geomorfologia descrive le caratteristiche di tali tre parti, ma anche l’importanza che il fiume ha all’interno dell’ambiente naturale in cui è immerso.

Il fiume Ticino ad esempio ha permesso, nel corso dei secoli, lo sviluppo di una società organizzata sulle sue rive.

Da sempre, tra le necessità legate agli insediamenti umani l’acqua ha avuto un ruolo preponderante sia come elemento vitale che, con l’evoluzione della civiltà, come mezzo di trasporto e commercio e non ultimo con la crescita degli insediamenti urbani come efficace sistema di smaltimento fognario. Dalla geomorfologia della valle del Ticino si è giunti alla conclusione che un tempo la situazione territoriale della città era totalmente differente. Lo studio dei paleo-alvei rivela che la confluenza tra la sponda destra del Ticino e quella sinistra del Po si realizzava all’altezza della città e che solo modificazioni idrologiche, dovute a travolgenti piene, abbiano spostato di volta in volta i confini dei due fiumi facendo loro assumere le caratteristiche ambientali che oggi si possono osservare.

Il bacino idrografico del Ticino

Il fiume Ticino, lungo 280 km circa, è tra i maggiori affluenti del Po e attraversa il territorio italiano, da nord a sud, interessando le provincie di Varese, Milano e Pavia, nasce in territorio svizzero e forma il lago Maggiore. Abbandonato il lago taglia con notevole pendenza la campagna e, quindi, in pianura, divaga tra vari isolotti confluendo nel Po presso il ponte della Becca in provincia di Pavia.

Nel Ticino confluiscono le acque della parte orientale del lago di Lugano comprendente quattro principali sottobacini tributari (Cuccio, Rezze, Soldo al nord e Telo-Osteno a sud) caratterizzati da vasti dissesti. Nella sponda lombarda del Verbano insistono i seguenti corsi d’acqua principali: Tresa, Viganella, Acqua Negra, Giona Colmegnino. Il regime idrometrico del Ticino sub lacuale è condizionato dall’azione regolatrice del Lago Maggiore, dalle cui condizioni di invaso dipendono i ritardi dei tempi di corrivazione alla confluenza del Po. Quest’ultimo tratto del Ticino è quindi sottoposto a piene con caratteristiche idrometriche e idrodinamiche complesse dipendenti, oltre che dalle condizioni climatiche, dalle condizioni di piena concomitante dei due ovvero dei singoli fiumi. Generalmente l’effetto delle piene di rigurgito ( con acque tranquille velocità minima di deflusso) si traducono nell’innalzamento dei tiranti idrici con pericolo di sormonto e rifranamento delle arginature. Diversamente le piene del Ticino presentano forti velocità di deflusso e con effetti aggravati da irregolarità e modificazioni morfologiche dell’alveo. In tali casi deriva un’accentuata azione erosiva con effetti molto spesso dirompenti sulle opere di presidio esistenti.

 

Il Parco

Per tutelare il "fiume azzurro" nel 1974 la regione Lombardia ha istituito con una apposita legge il Parco del Ticino e nel 1980 si è dotata di un Piano territoriale di coordinamento, una raccolta di regole e consigli per difendere l’ambiente naturale ed umano.Il Parco comprende 46 Comuni, dislocati in tre province: Varese, Pavia e Milano. L’asta fluviale misure, in linea d’aria, 100 chilometri, le rive sono lunghe 280 chilometri, la popolazione è di circa mezzo milione di abitanti. Anche la regione Piemonte ha istituito nel 1976 un Parco Naturale della Valle del Ticino. La sponda piemontese del Ticino non ha grossi centri abitati: fanno eccezione alcuni piccoli insediamenti isolati, in tutto è abitato da alcune migliaia di persone.. Il Parco, quindi, non si pone problemi di pianificazione territoriale ad eccezione di una particolare attenzione rivolta alle cave che in alcuni tratti incidono gravemente sulla conformazione del territorio.
La superficie si estende nella Provincia di Novara per circa 6.500 ha. Nella parte settentrionale le sponde sono scoscese e la flora è composta da boschi di castagni e brughiera. I boschi a sud presentano farnie, roverelle, olmi e pioppi. Per quanto riguarda la fauna troviamo uccelli acquatici quali folaghe, gallinelle, aironi, anatre. Nell'agricoltura prevalgono prati con risorgive e marcite.

Il territorio di entrambi i Parchi può essere diviso in quattro zone. La prima è la cosiddetta "valle" che è praticamente la parte scavata dal fiume nella pianura. Essa rappresenta la parte naturalisticamente più ricca ed interessante. Proprio in questa zona si trovano le anse del fiume, le lanche, le mortizze, le golene, i ghiaieti, i boschi di piante maestose (farnie, pioppi ed altre). È favorita dalla ricchezza di acqua evidentemente l'agricoltura che è diffusa nella valle.La seconda zona da analizzare è "la pianura irrigua" che si trova approssimativamente a sud della linea di Galliate. È ricca di acque, solcata da rogge e canali di irrigazione e dove si svolgono molte attività agricole. Le colture principali sono le risaie, le marcite, i campi di grano e di mais e i pioppeti industriali. Poi troviamo "l’altopiano asciutto" situato ad ovest dei terrazzi fluviali, occupato da brughiere, oggi in parte trasformato in zone agricole povere o in depositi di rifiuti. L’erica, detta anche brugo, fiorisce a fine estate e caratterizza molti spazi del Parco. Le "colline prealpine ", situate a nord, sono una zona dal clima gradevole, ricca di boschi e brughiere, oggi però sempre più occupata da insediamenti residenziali e da seconde case.

Flora e fauna

L'ambiente fluviale comprende animali e piante che vivono nell'acqua e una serie di organismi che vivono sul greto. Il fiume è un ecosistema molto complesso e variabile a seconda della stagione. Il Ticino infatti cambia spesso il suo aspetto, passando dal regime di magra al periodo delle piene. Lungo le sue sponde abbondano gli alberi e altri vegetali. Ecco l'Ontano Nero, dalla nera corteccia e dal legno rosso e resistente ed il Salice Bianco dalla chioma argentata. In tratti di alveo, abbandonati definitivamente dal fiume, su un terreno ciottoloso e povero, si sviluppa una caratteristica vegetazione pioniera di greto costituita al suolo da muschi e licheni. Nelle acque del fiume si possono trovare numerose specie di pesci, alcuni di essi si nutrono prevalentemente di organismi microscopici presenti nell'acqua che costituiscono il plancton e di larve di molti insetti che vivono sulla parte nascosta dei sassi.(macroinvertebrati). Di questo cibo si nutre ad esempio la Sanguinerola comune specialmente nei tratti d'acqua a corrente moderata. Le Sanguinerole, insieme ad altri piccoli pesci come i Vaironi e le Arborelle a loro volta costituiscono un'abbondante fonte di cibo per pesci più grossi come la Trota e il Persico Reale. Anche il Barbo è piuttosto comune lungo tutta l'asta del fiume, vive in acque veloci di media profondità. Il Gambero d'acqua dolce, piuttosto esigente in fatto di qualità dell'acqua è ancora presente in alcuni tratti del Ticino, ma gli scarichi inquinanti ne minacciano l'esistenza.Sono ancora numerose le specie di uccelli che frequentano il Ticino come il Cormorano dalla mira infallibile nei tuffi sott'acqua per catturare i piccoli pesci. Anche gli Aironi sono spesso visibili sul greto del fiume. Un grazioso frequentatore dei ghiaieti del Ticino è il Corriere piccolo che nidifica tra i sassi. Le rive del fiume sono anche frequentate dalla Ballerina bianca, un piccolo uccello che si ciba essenzialmente di insetti e molluschi che cattura in acque poco profonde. Il Ticino è inoltre una importante tappa di numerose specie migratorie, tra cui le più diffuse sono le specie di anatidi. Fino a pochi anni fa sul fiume viveva la Lontra che il Parco sta reintroducendo con un progetto ambizioso che in questi anni ha già avuto dei risultati molto importanti.

 

 

Cadari Simona, Colla Stefano, Riccardi Chantal- IV D

 

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