PROGETTO "Un PO
di cultura"
'l
barce
I.T.C.G. "L.G. Faravelli" - Stradella (Pv)
Progetto
n. 282
In
bicicletta sul Po tra il ponte della Becca e Pieve Porto Morone
DESCRIZIONE ITINERARIO
La descrizione che seguirà prevede la partenza dal paese di Arena Po, sarà comunque possibile partire da qualsiasi punto sia percorrendo il tragitto nella sua interezza sia effettuando le frazioni separatamente o le parti ritenute più interessanti.
Le indicazioni di destra o sinistra, nella descrizione del percorso, sono da intendersi nel senso di marcia; quelle riferite ai fiumi, corsi d’acqua e alle loro sponde, sono da intendersi in senso idrografico.
1° TAPPA
Nel paese di Arena Po vale la pena fare una puntata nel centro e visitare la chiesa romanica del XII° secolo le cui fondamenta sono poste direttamente sulla sponda di un braccio di Po ora abbandonato, sia i ruderi del castello fortezza, situato nelle vicinanze.
DEVIAZIONE NATURALISTICA-CULTURALE
Gli abitanti del comune di Arena
Po hanno richiesto ed ottenuto, caso forse unico in tutta Italia, dall'Autorità
di Bacino la possibilità di poter avere nuovamente il corso del fiume Po vicino
alle loro case in modo di ritrovare le
tradizioni e la cultura caratteristica dei centri abitati nati come paesi di
fiume, cresciuti e evolutosi vicino ad un grande corso
d'acqua. Una cultura compenetrata con gli aspetti morfologici, i lavori e le
necessità, le difficoltà e i benefici
che il fiume generava.
L'intervento di riqualificazione
ambientale e culturale comporterà la riattivazione del letto abbandonato che il
secolo scorso portava il corso d'acqua a lambire le case, la chiesa ed il
castello del paese. Lo scavo che permetterà questo ritorno al passato non sarà
effettuato in modo casuale ma si effettuerà una rinaturazione dell'alveo con
l'asportazione degli abbondanti sedimenti limacei (anche detriti e rifiuti) che
le piogge ed ancor di più l'azione
antropica aveva depositato, ostruendolo e trasformandolo in una palude, a volte
maleodorante e insalubre, ai bordi del centro abitato.
La ristrutturazione e il
riutilizzo della strada alzaia, ancora presente seppur abbandonata, permetterà di riprendere quelle attività
fluviali, certamente oramai ai soli utilizzi culturali e turistici , che una
volta qualificavano dando lustro e lavoro a queste contrade.
Ai porticcioli saranno
attraccate non più barconi per il trasporto della ghiaia e della sabbia per le costruzioni nelle città, della torba o legname per il riscaldamento,
ma barche e barce per il diporto e la scoperta di questi luoghi e questi ambienti di grande valore
storico e naturalistico, che si stavano dimenticando.
Anche se i lavori non saranno
ancora completati si consiglia, ovviamente se le condizioni del fondo stradale
lo permettono, di fare una escursione nell'area golenale posta a Nord del paese
utilizzando alcune carrareccie che si sviluppano una a circa 600 m. a monte
della chiesa e l'altra adiacente al castello, che ci darà la possibilità di
valutare l'interessante aspetto naturalistico che questa zona ha conservato con
una vegetazione spontanea a saliceti ed arbusteti, con la presenza di
numerosi uccelli di fiume e che
permette di vivere le azioni morfologiche
che il fiume determina sul territorio, distruggendo ripe e boschi ma nel
contempo di creare nuovi sabbioni, portare semi e tralci che rinnoveranno la
vita nelle aree di recente formazione.
Dal paese di Arena Po, seguendo la S.P. n. 75, si superano numerose frazioni e il paese di Ripaldina ancora nel comune di Arena Po; arrivati alla località Colombarolo si può, seguendo una strada di campagna a sinistra, subito dopo il cavalcavia autostradale, arrivare al fiume in un punto molto panoramico, dove sono presenti alcuni casotti presso i quali gli abitanti locali, trascorrono le giornate di festa con manifestazioni agresti, canti e balli di profondo e simpatico sapore antico
Superata la fraz. Colombarolo la comoda strada provinciale n. 144 raggiunge la frazione di Parpanese con una chiesa dedicata a S. Rita (km. 6 ) molto deteriorata dalle numerose alluvioni del Po che scorre a pochi metri di distanza dalle sue mura. Ultimamente l'edificio, oramai sconsacrato, è stato fatto oggetto di profonde ristrutturazioni e rifacimento degli affreschi interni che ne ha ridato all'interno nuovamente un aspetto sacrale e di devozione, mentre la parte retrostante, appartenente ad altra proprietà, che in un lontano passato era adibito a un convento, è sempre più in disfacimento e di difficile recupero. Si spera anche che l’intervento di difesa di sponda, recentemente attuato, possa salvaguardare dalla distruzione, questo esempio di architettura religiosa della bassa che pare fosse un centro di stazionamento del Templari durante il Medioevo.
L'abitato di
Parpanese deve la sua fama per essere stato per secoli e millenni luogo di
transito attraverso il Po perché era strutturato come porto fluviale e luogo di
traghetto. Nel medioevo era uno dei diversi punti di passaggio sul Po della via
Franchigena nel tratto tra Pavia e Parma.
Ormai siamo nelle vicinanze del ponte di Pieve Porto Morone e, superando per poche centinaia di metri il confine tra la Lombardia e l’Emilia, si accede alla S.S. 412 che lo percorre partendo dall’abitato di Pievetta e delle case della Dogana, nuova testimonianza toponomastica dei confini che separavano i ducati di Milano e di Parma e Piacenza (km. 2 ; progressivi km. 8 ). Verso Est si vedono le gigantesche torri della centrale termoelettrica dell’ENEL di Casella, costruita lungo l’argine e raggiungibile facilmente, ulteriore esempio dello sfruttamento e dell’inquinamento che il nostro fiume deve subire lungo tutto il suo corso.
Attraversato il ponte e tornati sulla sponda sinistra del Po si imbocca l’argine che si stende verso Ovest, invertendo la direzione di marcia fin qui seguita (sarebbe altrettanto divertente continuare il percorso scendendo ancora verso Piacenza e verso il delta, ma la nostra escursione, per ora, torna ad Ovest), si lascia a destra il paese di Pieve Porto Morone e si prosegue verso Zerbo.
Dopo 4 km. (progressivi km.12 ), si attraversa una chiavica (manufatto utilizzato per il controllo del deflusso delle acque di canali o fiumi verso il Po; nei periodi di piena vengono chiuse le porte in modo che le acque del Po non affluiscano nella parte del territorio difese dall'argine) che permette al canale Olonetta di immettersi in Po, sulle cui spalle interne sono registrati i livelli delle piene, progressivamente sempre più ampie, dal momento della sua costruzione, nel 1810, ad oggi.
Le registrazioni indicano i seguenti valori misurati rispetto allo 0 idrometrico locale:
ANNI |
1839 |
1846 |
18.. |
1857 |
1902 |
1917 |
1926 |
1951 |
1994 |
H. in ml. |
6,35 |
6,45 |
6,80 |
7,35 |
7,70 |
7,75 |
8,05 |
8,25 |
8,70 |
E’ significativo notare che, man mano si costruivano argini sempre più alti e difese di sponda sempre più numerose, il fiume aumentasse l'altezza delle sue piene e, se all’inizio del 1800 bagnava per pochi metri i piedi del manufatto, nel 1994 sono mancati pochi centimetri (l’altezza è di circa 8,80 m) perché non tracimasse con il rischio di devastazioni immani.
Lasciata la strada asfaltata che scende verso il centro di Zerbo si continua sull’argine che porta a S. Zenone Po.
DEVIAZIONE
NATURALISTICA
Dopo soli 700 m. di strada
sterrata è possibile, deviando a sinistra, raggiungere una bella spiaggia che,
oltre ad essere stata meta di ritrovi alternativi negli anni ‘70 e per questo
chiamata nella zona Woodstok della bassa, dà la possibilità di trovarsi in un
luogo veramente ameno e, con un po' di fortuna, trovare resti fossilizzati di
animali preistorici portati e fatti riaffiorare in superficie dalle acque del
fiume.
Il paese di S. Zenone Po (km. 3 ; progressivi km. 15 ) è un vecchio borgo padano che ha sempre dovuto subire le alluvioni del Po a causa dell'ultimo tratto del fiume Olona che lo attraversa per intero e che non permetteva la costruzione di una chiavica di controllo; anche nell’ultima grande piena nel 1994, nonostante la costruzione di nuovi argini e la deviazione del corso dell'Olona, rimase sommerso. E’ conosciuto per i suoi abitanti che, dovendo emigrare negli anni '50 nelle città ed all'estero, svolgono egregiamente e con rinomanza la professione di cuochi e per aver dato i natali al giornalista G. Brera che lo ha più volte menzionato e declamato nei suoi racconti.
Lo si attraversa sul vecchio ponte sull’Olona, e, deviando a sinistra tra le tipiche case di paese, si raggiunge nuovamente l’argine lungo il Po arrivando, dopo 1 km. (progressivi km.16 ), al centro ricreativo della PRO LOCO di Spessa Po, ubicato sotto le strutture in cemento del nuovo ponte costruito negli ani '70 in sostituzione del ponte in barche di cui si vedono ancora, nell'alveo del fiume, i piloni di ancoraggio.
Questo piccolo complesso, che utilizza le vecchie abitazioni ed i portici dei custodi e degli operai di servizio per la manutenzione e per l'esazione dei pedaggi del vecchio ponte in barche, presenta un bar-trattoria ed un ampio porticato per piacevoli rinfreschi, piknik o pranzi a base di piatti locali, sotto il quale sono stati posti numerosi acquari con diversi esemplari delle specie ittiche presenti nel Po e nelle vicine lanche; è previsto per il futuro un progetto per il miglioramento della ricettività del luogo con la predisposizione di locali atti al pernottamento dei turisti ed un servizio di nolo di biciclette per i fruitori dell'ampia e comoda spiaggia da qui raggiungibile a piedi o in bicicletta, o per scoprire i diversi itinerari cicloturistici presenti lungo il Po e all'interno della sua vasta area golenale.
II° TAPPA
Si descrive inizialmente l’itinerario più semplice che si svolge quasi interamente su strade asfaltate, inizialmente di tipo intercomunale fino a raggiungere il ponte della Becca in comune di Linarolo.
Di seguito si daranno le descrizioni per i possibili sentieri che, con percorso totalmente alternativo al primo, condurranno in modo più divertente ed appassionante alla meta indicata.
Partendo dalla PRO LOCO di Spessa Po si imbocca nuovamente la strada sull’argine lasciato il giorno precedente seguendolo verso Ovest, si continua fino al punto in cui termina contro l’alto terrazzo sedimentario su cui si sale. Dopo circa 600 m., nella frazione Sostegno di Torre de Negri, si incrocia una comoda strada intercomunale asfaltata che porta al capoluogo del comune (km. 7 ).
Il percorso si snoda sul bordo del terrazzo appena raggiunto e spesso la vista può spaziare liberamente verso gli immensi boschi e pioppeti che si estendono da qui al Po, distante alcuni chilometri. E’ possibile, arrivati al paese, scendere verso sinistra (indicazioni per cascina Ramazzotta) e raggiungere una bellissima lanca avvolta da boschi verdeggianti in cui si trovano ancora (per quanto?) giganteschi esemplari di pioppi bianchi (Populus alba) e cipressi di palude (Taxodium distichum).
Continuando per la strada precedente si giunge in pochi minuti a Belgioioso (km. 2 ; progressivi km. 9 ).
Siamo ritornati nella grande pianura cerealicola, il paesaggio presenta vaste cascine e grandi silos per immagazzinare le ingenti produzioni di riso, grano e mais che fanno la ricchezza della zona, qui si trovano le migliori varietà italiane e mondiali di questo pregiato cereale asiatico.
Questo borgo è nato nel XIV° secolo attorno al castello costruito per il feudo del capitano di ventura Federico Barbiano conte di Belgioioso; è conosciuto per le numerosissime manifestazioni culturali che vi si svolgono nel maniero in ogni periodo dell’anno e sarebbe degna di attenzione una visita specifica per poterne apprezzare il valore.
Il nostro itinerario non si inoltra nel paese ma, in corrispondenza delle prime case, devia a sinistra lungo la via Nenni e, alla fine di questa, nuovamente a sinistra per via Cavallotti. Si esce dal centro abitato continuando per via Molino e raggiungendo, dopo una ripida discesa seguita da una altrettanto ripida saluta, prima la fraz. di S. Margherita e successivamente quella di S. Giacomo della Cerreta (km. 5 ; progressivi km. 14 ).
In questa località si può visitare una
interessantissima chiesetta (chiede le chiavi alla trattoria del posto)
costruita nel XIV° sec. titolata al santo omonimo in cui sono presenti preziosi
affreschi attribuiti al Foppa . Questo edificio era stato costruito per
assistere i viandanti diretti a Santiago di Compostela in Spagna e che, in
prossimità di questo centro, oltre ad avere assistenza, potevano guadare il
fiume Po, in quei secoli particolarmente scarso di acque. I fedeli che avevano
ricevuto grazie dal santo fecero eseguire, o eseguivano loro stessi, gli
affreschi ancora oggi presenti sulle pareti interne dell’edificio.
DEVIAZIONE
NATURALISTICA
Deviando brevemente, è possibile
raggiungere il corso del fiume in un tratto particolarmente selvaggio,
scendendo per una stradina (sbarrata ma percorribile in bicicletta o a piedi)
che inizia 100 m. a sinistra dopo la chiesa e raggiungendolo dopo circa 2 km. (con questa deviazione si arriva sul
sentiero percorso dall’itinerario alternativo che sarà in seguito descritto).
La strada intercomunale continua raggiungendo Ospitaletto e con una deviazione a sinistra la frazione Vaccarizza di Linarolo (km. 4 ; progressivi km. 18 ).
Dopo circa 1 km. si incrocia la S.S. 617 che porta a Pavia. Per raggiungere il ponte della Becca si segue la S.S. verso sinistra per poche centinaia di metri. Presso il ponte si trovano numerosi ristoranti ed imbarcaderi. Questa struttura si trova nel punto di confluenza del Po e de Ticino ed è osservabile il curioso fenomeno per cui le acque dei due fiumi si mantengono separate mostrando una notevole differenza di nitidezza: gialle e ricche di limo quelle del Po ed azzurre quelle del Ticino. Ancora dopo parecchi chilometri è possibile osservare questa differenza tra la sponda sinistra limpida e quella destra melmosa.
ITINERARIO NATURALISTICO ALTERNATIVO
Questo tratto potrà essere
percorso solo quando il fiume non è in esondazione e nei periodi primaverili ed
estivi quando il terreno si è prosciugato dalle abbondanti piogge autunnali.
Di fronte a questi problemi si
avrà la possibilità di effettuare un percorso di scoperta spesso immersi in una
natura che contende all’uomo le sue necessità e dove i pioppeti non creano
profonde alterazioni alla purezza del posto
ne si ha alcun disturbo alla profonda quiete ancestrale che per lunghi
tratti si può godere, avendo come compagnia lo stormire delle fronde dei pioppi
e il fruscio delle acque sulle sponde.
La lontananza dalle strade e dei
centri abitati, fa riscoprire, anche in mezzo alla pianura padana, momenti di
solitudine e di tranquillità.
Partendo dalla PRO LOCO di
Spessa Po ed immettendosi sull’argine, si raggiunge dopo 2,0 km., un incrocio,
in prossimità di una vecchia cascina diroccata resto di un comune medioevale
chiamato Spessetta; deviando a sinistra si giunge presto sulla sponda del Po.
Da questo punto si cercherà di
avere come riferimento il corso del fiume, allontanandosi solo per brevi tratti
e seguendo sempre la ripa, si raggiungerà, attraverso zone molto interessanti e
con difficoltà sempre limitate, il ponte della Becca ( per alcuni tratti non
sempre si riuscirà a proseguire in sella alla bicicletta, si dovrà quindi
procedere a piedi).
Seguendo il Po, dopo circa 1200
m. , un canale ci bloccherà il prosieguo; l’attraversamento può attuarsi
guadandolo nel punto in cui la carrareccia scompare (la larghezza è dio circa
4-6 m. e la profondità, nel periodo estivo, non supera il metro). Nel caso non
si voglia o non si possa affrontare il guado, si potrà raggiungere l’altra
sponda transitando su tre passerelle che superano il canale stesso e altri due
affluenti unitisi poco prima.
Dal 1999 è presente in questo
punto un ponte utilizzato da una ditta
di scavi per il transito degli autocarri diretti al cantiere; è possibile
sfruttarne la presenza evitando di ricercare le passerelle in seguito
menzionate.
Queste strutture, alquanto
effimere, si possono trovare risalendone brevemente il corso e seguendo le
seguenti indicazioni: si costeggia la ripa scoprendo, dopo 300-400 m. , la
prima passerella, formata solamente da un tronco d’albero li posizionato appositamente,
che permette un primo attraversamento; si ritorna indietro sull’altra sponda di
questo primo canale fino a trovare l’unione con il secondo affluente; risalendo
anche questo si trova la seconda passerella dopo circa 200 m. di distanza dalla
prima; superata pure questa si punta decisamente verso Ovest e, a circa 100 m.
a valle di un evidente argine, si incontra il canale principale e la passerella
per superarlo (a volte, poco prima della zona di guado, è pure li presente una
lunga passerella però molto meno stabile di quelle descritte).
Nel caso si sia effettuato il
guado ci si trova ai bordi di una stupenda spiaggia, selvaggia ed isolata,
luogo di stazionamento di numerosi aironi.
Proseguendo sulla sponda destra
del canale ci si troverà, in poco tempo, sul tracciato di un sentiero, con al
lato sinistro una lunga lanca ed alla destra enorme pioppeti; inizia qui la
bassa di S. Giacomo che continuerà fin quasi al ponte della Becca e che si
percorrerà nella sua interezza (a questo sentiero si giunge attraversando per
150 m. ad Ovest il bosco, dopo aver attraversato la terza passerella).
Il sentiero appena iniziato,
continua per 500-600 m. verso Nord per poi piegare per altri 1200 m. verso
Ovest; dopo questo tratto si rivedrà nuovamente il Po a poca distanza ( si
potrebbe seguire la sponda del fiume dalla spiaggia menzionata prima ma questo
tratto presenta solo qualche traccia di
sentiero).
Attraversato su un ponticello il
piccolo canale che alimenta la lanca appena terminata, si raggiunge facilmente
il corso del Po.
Il percorso nel tratto a venire
è sempre piuttosto precario, sia per la continua erosione delle sponde che ne
distrugge il tracciato sia per l’abbondanza della vegetazione specialmente
nella piena stagione estiva; solitamente si trova un discreto sentiero a pochi
metri dal fiume, diversamente si può seguire una strada disagevole che corre a
100 m. dalla riva, fino ad arrivare, con ambedue i tracciati, dopo 1200 m.,
all’inizio di una nuova lanca molto lunga e profonda chiamata di S. Giacomo (ci
si arriva dalla frazione omonima di Belgioioso come descritto nell’itinerario
base) contornata a Nord da una pratica carrareccia.
Questa zona è certamente la più
bella e più ricca di animali di tutto il percorso; nidificano numerose specie
di uccelli acquatici e sono facilmente visibili, nei periodi opportuni, falchi
di palude, poiane, cigni, garzette e altri uccelli di transito sempre
accompagnati dal canto del cuculo. E’ da tener presente che la possibilità di
godere di queste meraviglie appena descritte, è legata ad un approccio molto
rispettoso delle abitudini di questi animali.
Stando sulla riva è visibile
molto facilmente l’opera di trasformazione del paesaggio fluviale sottoposto
all’azione modellatrice della corrente, a volte impetuosa ed a volte calma e
stagnante.
Pur distando diversi chilometri
dalla confluenza del Ticino, le acque dei due fiumi sono ancora ben
differenziate per il colore e per la trasparenza.
Lungo questo tratto vive un
“eremita” della natura che, pur di rimanere a contatto con il SUO fiume, si
adatta a vivere in notevoli ristrettezze senza alcun rimpianto per gli agi e le
comodità lasciate nella società moderna.
E’ possibile portarsi sul
sabbione adiacente la lanca e, desiderandolo, fare un bagno ristoratore, in quanto
in questo tratto il Po presenta certamente le acque più pulite del suo corso di
pianura. Non a caso nelle giornate festive dell’estate, vi approdano
numerosissimi natanti.
Seguendo la strada indicata ci
si allontana momentaneamente dal corso principale e si segue la lanca già
menzionata, per km. 1,5 fin quando ricompare vicinissimo il fiume.
A questo punto si può seguire
nuovamente il corso d’acqua su sentieri oppure inoltrarsi nel bosco a destra
fino a raggiungere e seguire un arginello.
Guardando verso monte, sul
fiume, si vede in lontananza il ponte della Becca che si raggiunge continuando
sulla traccia di sentiero di ripa, con un tratto di circa 3,0 km. dalla fine
della lanca di S. Giacomo; complessivamente dall’argine di Spessa Po sono stati
percorsi circa 10 km.
Purtroppo, avvicinandosi alla
strada statale si trovano nuovamente quegli assurdi interventi di “difesa” che,
oltre a deturpare l’ambiente, hanno creato le premesse alle recenti e gravi
inondazioni.
Anche le costruzioni sono state
progettate con dubbio gusto ed indifferenti del rispetto ecologico verso il
fiume ed alle norme urbanistiche vigenti. E’ auspicabile un deciso intervento
delle autorità oppure una drastica azione del Po, perché sia ripristinato,
almeno in parte, quell’ambiente naturale qui oramai completamente cancellato.
III° TAPPA
Nella III° TAPPA il percorso alterna tratti in cui si attraversano i paesi rivieraschi dell’Oltrepò, ad altri su argini serpeggianti sui campi sottostanti, ma, volendo inserire alcune interessanti alternative consigliate, si possono trovare e seguire nascosti sentieri lungo le numerose lanche qui presenti o direttamente sulla sponda del grande fiume.
La strada, quasi tutta sterrata è poco frequentata da autoveicoli e permette una pedalata facile, poco faticosa, ma che consente di apprezzare il senso di grande serenità e tranquillità di questi luoghi. La posizione, alquanto elevata, permette una buona panoramicità sia sul fiume che spesso si osserva a poche decine di metri di distanza, sia verso le colline dell'Oltrepò Pavese cosparse fittamente di abitazioni e vigneti da cui emergono torri, castelli e campanili, famosi come quelli di Montalto Pavese, Cigognola, Stradella e Zenevredo o altri più riservati e poco conosciuti ma altrettanto belli.
Dalla sponda sinistra del Po si attraversa il fiume giungendo alla frazione Tornello di Mezzanino, la porta dell'Oltrepò Pavese. Il ponte in traliccio di ferro da attraversare è stato costruito nel 1911 e rappresenta un interessante esempio di archeologia industriale dell'epoca. Il punto di confluenza del Ticino nel Po era, fino a pochi anni fa, poco a monte della struttura, mentre attualmente si può individuare l'unione tra i due fiumi circa 500-600 metri più a valle a causa delle continue deposizioni di sedimenti nel punto di congiunzione tra le due acque.
Superato il ponte per circa 300 m. (senza entrare nella frazione) si prende a sinistra l'argine maestro che corre verso Est con una piacevole strada sterrata, che costeggia, in posizione sopraelevata, il paese e corre verso S. Cipriano Po.
DEVIAZIONE
NATURALISTICA
Circa 1,000 Km dopo aver
imboccato l'argine si trova una strada, pure sterrata, che scendendo a sinistra
porta al fiume Po con un percorso di circa 800 m.
Ampi prati spontanei ed
abbandonati si affacciano sul fiume dando la possibilità di sosta e piknik ai
numerosi turisti domenicali (durante i giorni settimanali è costantemente
deserta) avendo a monte di circa 1 Km. il ponte della Becca ed a valle una zona
completamente inselvatichita, a causa delle difficoltà di sfruttamento essendo
costantemente invasa dalle acque di piena e che per questo mostra una presenza
sempre più abbondante di avifauna
palustre proveniente dalle zone più settentrionali del Parco Regionale del fiume Ticino di cui peraltro fa parte.
Si ritorna e si prosegue ancora lungo l’argine in direzione Est fino ad intersecare la strada asfaltata (S.P. n. 55) per S. Cipriano al Po che si segue a sinistra fino a raggiungere il paese (km. 8 ).
Piegando
a destra lungo la strada appena imboccata,
si raggiunge il paese di Albaredo Arnaboldi che ancora nelle mappe del '500 era
indicato a Nord del fiume Po e che successive e grandiose deviazioni naturali
del corso d'acqua hanno dapprima isolato e poi portato sulla sponda destra.
Si
incontra anche un vecchio rudere presso la frazione "lago dei Porci"
con il frontale di una chiesetta medioevale, che rappresentava il punto di
sosta dei commercianti e dei viandanti prima di guadare o traghettare sul Po in
corrispondenza del "Porto della Stella" che permetteva di raggiungere
l'altro punto di sosta di S. Gacomo della Cerreta già menzionato
precedentemente nella II° tappa.
Giunti a S. Cipriano Po, di fianco al municipio, si prende a sinistra per Portalbera che si raggiunge dopo 4 km. (progressivi km. 12 ).
Vale la pena dare un’occhiata alla lunghissima lanca che si costeggia brevemente poco dopo la frazione Costa di S. Cipriano Po; si possono ammirare con facilità aironi, cormorani, gallinelle d’acqua e germani, nei campi limitrofi spesso falchi e poiane volteggiano a caccia di piccoli roditori o di passeracei, a loro volta attaccati da stormi di storni che, a decine le assaltano per difendere i loro piccoli. Interessante è pure osservare l’andamento delle strade del paese di Portalbera, sul terrazzo del Po, che, non molto tempo fà, lambiva le case più a Nord; di valore artistico si trova la chiesa parrocchiale costruita nel XVII° secolo secondo i dettami del barocco lombardo.
DEVIAZIONE
NATURALISTICA
Dopo 4 km. dalla spiaggia di Tornello di Mezzanino, si può osservare il
fiume a poche decine di metri dall’argine, in quel punto una strada scende
verso la riva, la si imbocca e, arrivati alla sponda, la si segue verso valle.
Si continua lungo il fiume senza mai allontanarsene troppo con un percorso vario
su sentieri o abbozzi di carrarecce; incontrando bracci morti, sabbioni,
saliceti e lanche, immersi nella natura, lontani da automobili e centri
abitati, in cui le uniche presenze, oltre ai pescatori locali, sono i numerosi
uccelli di fiume qui abbondantissimi, tra cui starne, germani, nitticore,
aironi bianchi e grigi, svassi. Nelle lanche non è difficile osservare il
Martin Pescatore e sentire, sempre in lontananza, il richiamo del cuculo. Anche
in questo tratto si può raggiungere un'ampia spiaggia sabbiosa che si spinge
verso nord fin quasi a raggiungere l'altra sponda.
Arrivati, dopo 6,5 km., ad
un’area di stoccaggio di sabbia e ghiaia, si potrà, se il fiume si trova in
secca, andare ad osservare il centro del letto dove si trovano, unico caso su
tutto il corso di pianura del Po, affioramenti di rocce in posto risalenti al
periodo Miocenico e, con un po' di fortuna, vedere nelle stratificazioni di
queste, impronte di foglie, rami o pesci fossilizzati.
Nelle vicinanze emergono ancora
le palificazioni di un antico ponte in legno che collegava il paese di
Portalbera e tutto l’Oltrepò con la Lombardia.
La strada di servizio al
cantiere porta brevemente all’abitato di Portalbera ricollegandosi con
l’itinerario di base.
Si prosegue dopo il paese di Portalbera inserendosi per un breve tratto di circa 1 km., sulla S.P. n. 200 che porta verso Belgioioso, Corteolona e Milano attraversando il Po; si evita di immettersi sul ponte proseguendo nel rettilineo arrivando in breve a Arena Po.