Dove si trova
Il Parco della Sora è compreso nel territorio del Parco Naturale della Valle del Ticino, il primo parco regionale istituito in Italia nel 2002 con L.R. n. 31 del 12 dicembre, che ammonta a oltre 20.000 ettari di superficie situati principalmente lungo lasta fluviale e costituiti dalle aree di maggior pregio naturalistico gestite dallEnte Parco Lombardo della Valle del Ticino (www.parcoticino.it ). Fanno parte dellEnte Parco 47 Comuni, fra cui lintero territorio di Pavia.
In particolare, il Parco della Sora si trova a ridosso della periferia ovest di Pavia, che si allunga seguendo il terrazzo della valle fluviale, allacciandosi alle diverse frazioni di Torre dIsola, fino a Bereguardo.
Il progetto Vie Verdi del Parco del Ticino (www.vieverditicino.it) ha consentito la mappatura georeferenziata dei percorsi del Parco del Ticino creando una rete di itinerari ciclopedonali fruibili dai visitatori, tra cui litinerario lAnello della Sora, lungo poco più di 4 km. Il percorso si sviluppa in parte su strada urbana, da via San Lanfranco - poco a Ovest della Basilica di San Lanfranco, via Mascherpa, Strada del Chiozzo e Strada della Sora e scende nel Parco. Da qui il percorso arriva direttamente fino al greto del fiume e torna indietro lungo un comodo sentiero interno quasi parallelo al fiume fino al punto di partenza.
Il Parco della Sora, tuttavia, è dotato di una sentieristica interna ben più ricca, che si articola allinterno di una fascia vegetata compresa fra il terrazzo e una grande ansa del fiume.
Il Parco e la storia
Le mappe catastali attuali indicano una toponomastica storica sul sentiero principale di accesso al Parco: si tratta della Strada vicinale del Porto S. Sofia, che devia verso nord-ovest circa allaltezza del Sentiero del Gufo proprio verso la località dellattuale Cascina S. Sofia.
In effetti, fino alla metà circa del XIX secolo a Santa Sofia cera un importante porto fluviale; la località, peraltro, ricorre ampiamente nella storia di Pavia, di cui probabilmente costituì il nucleo originario. Per la sua posizione strategica divenne laccampamento di molti eserciti: basti citare gli assedi di Alboino nel 569 e di Carlo Magno nel 773. Risalgono a Carlo Magno le origini della Cappella di cui conserviamo traccia.
Dalla parte opposta del Parco, poco oltre lingresso da via S. Lanfranco, cè appunto lAbbazia di San Lanfranco: un complesso monumentale fondato nel 1090 e costituito da una chiesa con torre campanaria e un monastero, sede in passato di una congregazione di monaci vallombrosani. La chiesa venne dapprima dedicata al Santo Sepolcro e poi definitivamente al Vescovo Lanfranco Beccari, che qui fu sepolto nel lontano 1198.
Per la sua posizione si può definire una chiesa di terrazzo, al cui piede si trova una lunga lanca, residuo di un antico alveo fluviale abbandonato per diversione.
Infine il Parco è attraversato dalla Roggia Referendaria, nota sin dalla fine del XV sec., che proviene dal comune di Battuda a nord-ovest ed è lunga circa 15 km.
Come si sviluppa
Al Parco si accede da tre punti, indicati dalla cartellonistica sulle relative vie urbane: lingresso principale, a cui si arriva con più accessi dalla Strada della Sora; lingresso dalla Strada del Chiozzo e lingresso dal fiume - a cui si arriva da via San Lanfranco allaltezza di P.le Tevere - che si allaccia alla recente pista ciclabile del lungofiume.
Nonostante la contiguità con lincasato urbano, seppure periferico, e il parziale uso agricolo del suolo, questo parco urbano mostra caratteristiche forestali di particolare pregio e racchiude micro-ambienti diversi tra loro, ma parte di un mosaico anbientale complesso e biologicamente ricco. In tale ambito, si distingue a nord la zona dei prati aridi, coronati da fasce ad arbusteto misto, mentre nellarea centrale ed in quella a ridosso del Ticino si trovano unalternanza di aree umide, bosco misto e ripariale.
Il Parco è percorso da sentieri larghi e comodi, indicati dalla nuova cartellonistica, il cui nome richiama una caratteristica locale attuale o del recente passato.
Il Sentiero della Quercia, allombra di grandi querce, noci e cornioli, porta dritto al greto del fiume, sulla grande spiaggia ghiaiosa del meandro; a metà circa del sentiero della Quercia si dipartono il Sentiero del Gufo verso ovest e il Sentiero del Fagiano verso est, che raccorda il Sentiero della Quercia alla chiusura dellanello del Sentiero del Gufo.
Poco prima dellarrivo al greto si incrocia anche il Sentiero del Biancospino, una specie di corridoio in mezzo alla vegetazione.
Il Sentiero del Gufo ha un percorso quasi ad anello, che attraversa la Roggia Referendaria verso est, arriva al fiume per poi costeggiarlo e rientra verso linterno più a valle, andando ad incontrare di nuovo la Roggia Referendaria e ad incrociare il Sentiero del Fagiano, verso lingresso della Strada del Chiozzo.
Lungo il Sentiero del Gufo si sviluppa un Percorso Vita, installato allinizio degli anni 90.
Prima della Roggia Referendaria dal Sentiero del Gufo si dipartono un breve sentiero senza nome e a fondo cieco, che porta al fiume, e il Sentiero del Picchio, che scorre parallelo allultimo tratto della roggia fino alluscita dal Parco lungo il fiume.
Ogni zona che i sentieri attraversano presenta delle caratteristiche proprie e valorizzate dai cambiamenti stagionali. In tutto il Parco comunque possiamo trovare tantissime specie arboree, arbustive ed erbacee che formano boschetti o radure, con fioriture pregevoli negli spazi interni più meno ombreggiati o tappezzanti ai lati dei percorsi. Tra le più comuni specie vegetali possiamo incontrare: acero, noce, pioppo, olmo minore, quercia, corniolo, melo selvatico, gelso, robinia, salice bianco, nocciolo, fusaggine, ailanto, sambuco, evonimo, viburno, parietaria, clematite, ortica, vite bianca, edera, bambù, biancospino, mora selvatica, iperico, timo, sedum, centaurea, tanaceto, ginestra, caprifoglio, rosa canina e molte graminacee.
Le ricche fioriture sono indispensabili per le esigenze di molti insetti impollinatori, utili per lequilibrio ecologico degli ecosistemi.
Anche il patrimonio faunistico è degno di considerazione: nelle aree umide, alimentate spesso da acque sorgive, si trovano diverse specie di anfibi; la popolazione ornitica è molto ricca e comprende specie diverse di picchi (Picchio verde, Picchio rosso maggiore e minore) e i rapaci notturni, fra i quali lAllocco e il Gufo comune, che prima nidificava stabilmente.
Camminando si incontra ...
La nuova cartellonistica prevede 10 pannelli informativi riferiti ad altrettanti punti di interesse, in modo da guidare il visitatore verso una lettura consapevole del territorio.
Spesso, infatti, alcuni aspetti ambientali poco vistosi passano inosservati e quelli che più ci incuriosiscono non li conosciamo bene.
I pannellli e le indicazioni dei sentieri, e anche questa bacheca, sono dotati di un codice QR (abbreviazione dellinglese Quick Response, cioè risposta rapida), che è un codice bidimensionale racchiuso in uno schema di forma quadrata, normalmente impiegato per memorizzare informazioni destinate a essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone muniti di fotocamera e di un apposito programma di lettura.
Nel nostro caso i codici QR memorizzano un link ad una pagina web specifica, su cui si possono avere più informazioni rispetto a quelle sintetiche riportate sui pannelli e sulla bacheca.
... allingresso del Parco
Per arrivare allingresso principale del Parco occorre scendere dal terrazzo fluviale (1), cioè il raccordo fra il piano di campagna della pianura, più rilevato, e la valle del fiume, in buona parte alluvionale.
In questo tratto la valle del Ticino è ampia almeno 5 km e il fiume si trova quasi a ridosso del suo versante sinistro; il gradino di terrazzo è alto circa 12 metri e le case a nord del Parco sono a loro volta distese lungo una discesa di terrazzo che gradualmente si innalza, allontanandosi dalla valle per altri 7-8 metri.
Al piede del terrazzo si osservano due piccoli bacini di acque sorgive (2) alimentate dal terrazzo stesso. Il fenomeno, in realtà, è presente lungo tutto il piede del terrazzo, ma si può osservare solo in alcuni punti per la difficoltà di accesso, soprattutto nella stagione vegetativa. Da questi bacini partono due rigagnoli: uno lungo il Sentiero della Quercia, che si perde nei campi, e laltro verso est, indicato come ruscello Sorgente (9), che sfocia nella Roggia Referendaria (4).
Appena intrapreso il Sentiero della Quercia si osserva unaltra piccola raccolta sorgiva sulla destra.
Sempre allinizio la segnaletica indica, accanto a "Sentiero della Quercia", lantico toponimo di Strada vicinale del Porto di S. Sofia (3), già ricordato nel riquadro con i richiami storici: fino alla metà del sec. XIX portava al porto situato poco a monte, sul meandro di S. Sofia-Massaua con il terrazzo quasi a picco sul fiume.
Nei tempi floridi del trasporto fluviale era uno dei più importanti fra gli 11 porti sul fiume Ticino posti fra il Lago Maggiore e la confluenza con il fiume Po.
Nel Medioevo venivano sbarcati i marmi per la Certosa di Pavia, provenienti dalle cave del Lago Maggiore.
... lungo il Sentiero della Quercia
Percorrendo un breve tratto lungo il Sentiero del Gufo si arriva alla Roggia Referendaria (4), anchessa citata nel riquadro storico per le sue origini antiche allinterno del fitto reticolo irriguo, che risale alla fine del XV sec. La roggia è la spina dorsale del Parco perché lo attraversa per tutta la sua lunghezza; lalveo è spesso asciutto, ma rimangono comunque estese zone umide con acqua molto vicino alla superficie, che consentono la formazione di habitat molto peculiari.
Dopo aver attraversato il Sentiero del Gufo verso la Strada del Chiozzo la roggia riceve le acque del ruscello Sorgente (9), alimentate dai bacini sorgivi allingresso e da sorgenti diffuse lungo il terrazzo, e va a formare estese zone umide più a valle.
Riprendendo il Sentiero della Quercia poco più avanti ci si affianca ad un piccolo bosco di bambù (5), una pianta alloctona ma ben ambientata, che si sviluppa proprio dentro lalveo depresso e umido della Roggia Referendaria. Unaltra macchia boschiva si trova sempre lungo la roggia più a valle, dopo aver attraversato il Sentiero del Gufo e ricevuto le acque sorgive dal terrazzo.
Proseguendo si arriva al fiume.
... arrivati al grande meandro
Alla fine del Sentiero della Quercia si arriva al greto del fiume (6), molto esteso e ricoperto soprattutto da ghiaia grossolana; non mancano, però, zone sabbiose, soprattutto nella porzione più a valle.
Qui la vegetazione boschiva si interrompe abbastanza bruscamente e si passa, sulla ghiaia, alla vegetazione pioniera tipica delle rive fluviali: salici e pioppi, spesso molto inclinati verso valle, spinti dalla corrente durante le fasi di maggiore portata.
Il deposito sabbio-ghiaioso si estende a forma di mezzaluna: proprio davanti al Sentiero della Quercia ha lampiezza massima, che si riduce allontanandosi verso monte e verso valle, e debole pendenza: è la forma tipica delle sponde interne del meandro (7), contrapposta alla sponda verticale della sponda esterna, dove invece prevale lerosione.
Di fronte, infatti, sono ben visibili gli interventi di protezione spondale, che "inseguono" la tendenza del meandro a "scivolare" verso valle.
... lungo il Sentiero del Fagiano
Il Sentiero del Fagiano raccorda lincrocio fra i Sentieri della Quercia e del Gufo, dove comincia, ad ovest e la fine sempre del Sentiero del Gufo verso est, sviluppandosi quasi parallelo alla Roggia Referendaria il cui alveo diventa ben visibile circa a metà sentiero.
Il sentiero termina al ponte sulla roggia, davanti al boschetto di bambù.
... lungo il Sentiero del Gufo
Imboccando il Sentiero del Gufo dal Sentiero della Quercia si incontra il Sentiero del Biancospino, che passa allinterno della macchia arbustiva andandosi a riallacciare al Sentiero del Gufo più a valle, e si arriva al fiume dove termina il meandro di S. Sofia-Massaua: ci si trova su una sponda di erosione e si vede sulla sponda opposta, verso monte, il deposito ghaioso sulla sponda interna.
Proseguendo lungo il fiume si incontra nuovamente il Sentiero della Quercia: si è arrivati al greto del fiume (6) e al meandro (7).
Il sentiero sale leggermente e si porta sulla sponda tornata verticale e soggetta ad erosione, che periodicamente costringe a modificare il percorso spostandolo verso linterno; sono ben visibili alberi e arbusti rovesciati sulla riva o ormai stabilmente incassati nelle acque basse poco distanti.
Vicino allincrocio con il Sentiero del Biancospino, poco dietro la sponda opposta si vede bene largine (8), che in questo tratto arriva molto vicino al fiume rendendo necessarie robuste massicciate protettive: lo scalzamento dellargine, infatti, avrebbe effetti disastrosi sullarea golenale retrostante. Si intravede anche, sempre sulla sponda opposta, il deposito fluviale del meandro successivo.
Alla chiusura del Sentiero del Gufo si attraversa di nuovo la Roggia Referendaria su un robusto ponte, dietro il quale si sviluppa nellalveo e nei dintorni della roggia stessa un modesto ma fitto bosco di bambù; laltro boschetto si trova dove la Roggia attraversa il Sentiero della Quercia.
Avviandosi verso luscita della Strada del Chiozzo, sulla curva del sentiero oltre la quale inizia la salita del terrazzo, da sinistra arriva il ruscello sorgente (9), alimentato quasi sempre dalle acque sorgive vicine allingresso principale e comunque sempre attivo grazie alle emergenze sorgive diffuse lungo tutto il piede del terrazzo, dove dal terreno trasuda costantemente acqua.
Quando la falda si alza si formano anche grandi pozze sorgive che allagano le aree più ribassate.
... lungo il Sentiero del Picchio
Il Sentiero del Picchio passa attraverso due ampie zone boscate; non molto prima di uscire dal Parco per arrivare sul lungofiume, sulla sinistra compaiono i primi equiseti (10) dalla forma a bastoncino e di colore verde scuro, che diventano sempre più fitti: è lequiseto invernale, chiamato così per i fusti persistenti durante linverno. La sua presenza segnala un suolo intriso di acqua: siamo arrivati vicino ad una zona umida, che si può osservare addentrandosi per un breve sentiero poco visibile e spesso poco praticabile, attorno alla Roggia Referendaria.
Questa fascia umida si estende lungo tutto il piede del terrazzo, ma solo qui diventa visibile e in parte accessibile.