FILOSOFI , POETI E SCIENZIATI

 

Fin dall’antichità gli uomini sono stati affascinati dalla ricchezza di esseri viventi del pianeta Terra: filosofi, poeti e scienziati li hanno studiati, celebrati, analizzati. Ne ricordiamo qualcuno.
  
Aristotele (384 Stagira - 322 a.C. Calcide), filosofo greco.  
Allievo di Platone per 20 anni, fino alla morte del maestro (347), abbandonò l’accademia per contrasti con Speusippo, successore di Platone. Fu quindi con Senocrate ad Asso, dove avrebbe sposato Pizia, e quindi a Mitilene. Nel 342 fu chiamato a Pella da Filippo il Macedone, per assumere l’educazione di Alessandro. Nel 335, l’anno dopo l’ascesa di Alessandro il Grande sul trono di Macedonia, Aristotele tornò ad Atene, dove fondò una scuola chiamata Liceo , in onore di Apollo Liceo, o Peripato (passeggiata), per i parchi ed i portici che la circondavano. Qui fu insegnante non solo di filosofia, ma di tutto un insieme di dottrine autonome, collegate in un ordinamento unitario di cultura. Nel 323, alla morte di Alessandro, la fazione antimacedone, guidata da Demostene, avversandolo come sostenitore dei Macedoni, lo costrinse a riparare a Calcide dove morì l’anno dopo. Dell’opera di Aristotele, manifestazione della sua prodigiosa attività in tutti i campi dello scibile umano, del quale egli tentò per primo una sistemazione enciclopedica generale, ci restano in pratica solo i corsi di lezione al Liceo , essendo andati quasi totalmente perduti i testi destinati alla pubblicazione. Un primo ciclo di queste lezioni tratta le leggi del linguaggio come strumento di conoscenza; raccolta sotto il nome di Organon (" strumento "), quest’opera è nota anche come logica aristotelica. In essa Aristotele indica anzitutto dieci diversi sensi in cui un termine può essere assunto nel linguaggio, chiamandoli " categorie " (sostanza, qualità, quantità, relazione, luogo, tempo, situazione, stato, azione, passione). Molto importante poi il rapporto tra soggetto e attributo; in una proposizione un attributo può essere riferito a un soggetto in cinque modi diversi: genere, specie, differenza, proprio e accidente . Ma non sempre il nesso fra soggetto e attributo è evidente: talvolta è necessario un procedimento razionale che operi su due verità già note per giungere a una terza: è il sillogismo . Qualora si seguano rigorosamente le regole stabilite, le conclusioni così raggiunte saranno vere; tuttavia le costruzioni di questa premessa logica, quelle su cui poggiano tutte le successive dimostrazioni, non possono essere dimostrate; esse devono essere necessarie: ovvero devono essere le essenze dei loro soggetti, quegli attributi che non possono essere negati al soggetto senza negare con essi il soggetto stesso. E qui la logica termina il suo compito. Nella costruzione di una scienza delle essenze, Aristotele si trova in disaccordo con Platone, che relegava queste nel mondo delle Idee, del tutto distaccate dalle realtà concrete. Il filosofo di Stagira ritiene invece che l’essere appartenga per eccellenza ai singoli esseri concreti; questa dottrina è contenuta nella fisica, trattato scientifico-filosofico sulla natura, interpretata secondo la " teoria di materia e forma ", ambedue costitutive di un essere concreto. Basandosi sulle proporzioni di materia e forma presenti in ogni essere concreto, egli crea una classificazione del regno animale, vegetale e minerale, vicina sotto certi aspetti alle attuali scienze naturali; ma ciò che più preme ad Aristotele è di mostrare come la natura sia organizzata gerarchicamente, e come essa muova dalla materia alla forma, da una " materia prima ", che è il limite infimo, verso il cielo, che Aristotele separa per primo in modo netto dalla realtà terrena, conferendogli caratteristiche quasi divine e immateriali. Ma non è il cielo il punto di arrivo di questo processo; infatti anche il cielo ha una sua materia (l’etere), e anche il cielo si muove. Chi muova il cielo, o meglio chi muova tutto il procedere dal basso verso l’alto è quanto il filosofo espone nel libro da lui chiamato " Filosofia prima " e più tardi detto " Metafisica ".
  
Lucrezio Caro Tito (n. 98/94 – m. 55/50 a.C.), poeta latino.
Nulla si sa della sua vita se non le discusse notizie fornite da San Girolamo, che d’altra parte le derivò da Svetonio: impazzito a causa di un filtro amoroso, avrebbe scritto nei momenti di lucidità il De rerum natura , poi emendato e pubblicato da Cicerone, e si sarebbe infine ucciso; né la sua opera fornisce elementi biografici; l’unico dato sicuro resta la sua amicizia con Caio Memmio, al quale è dedicato il poema.
La critica moderna inclina a ritenere che egli appartenesse ad una ragguardevole famiglia di origine campana e che fosse vissuto parte a Roma parte a Napoli, compiendo quivi la sua formazione letteraria e spirituale, apprendendovi la dottrina epicurea, in obbedienza alla quale non pare partecipasse alla vita pubblica. Unica sua opera, il De rerum natura pur nella sua incompiutezza rappresenta uno dei maggiori capolavori non solo della letteratura latina ma di quella mondiale.
Classificato come didascalico per il suo contenuto filosofico-scientifico, la dottrina epicurea, e per il suo fine educativo, in realtà supera tali limiti e si pone come opera d’arte assoluta, poema cosmico e umano, della natura e dell’uomo, in cui l’impeto lirico e la potenza fantastica trasfigurano anche l’arida materia scientifica, esprimendosi in un linguaggio nuovo e ricco di neologismi pregnanti, che tuttavia ha ancora la solennità arcaica ed evita accuratamente la terminologia greca.
E in tutto il poema, nelle digressioni, nei proemi e nei finali dei singoli libri, come nelle parti propriamente scientifiche sono l’ansia e il tormento interiore dell’uomo Lucrezio, il suo cupo pessimismo, la sua ribellione, l’anelito mai placato alla liberazione dall’errore, alla verità e alla pace, l’appassionata ed incondizionata adesione alla dottrina di Epicuro, celebrato come il salvatore dell’umanità tormentata dal dolore, dall’ignoranza e dalla superstizione religiosa, l’entusiasmo messianico a diffonderla tra gli altri uomini onde farli partecipi della sua stessa conquista, fugando in loro il terrore per la morte.
Poco conosciuto e apprezzato dai contemporanei, ebbe però notevolissima influenza sui poeti posteriori, anche i più grandi, e fu ammirato da Virgilio e da Ovidio e ancor più lodato negli anni successivi; caduto poi nell’oblio durante il Medio Evo, fu riscoperto e molto amato dagli umanisti.
  
Linneo Carlo , nome italianizzato di Carl Von Linné (1707 Rashult, Smaland – 1778 Uppsala), naturalista e medico svedese. Iniziò gli studi di medicina all’università di Lund (Svezia meridionale) nel 1727, ma l’anno successivo si trasferì ad Uppsala, dove pubblicò nel 1730 il suo primo lavoro di botanica: "Praeludia sponsalorum plantarum" .
Nel 1735 si recò in Olanda e nello stesso anno ad Harderwikj, si laureò in medicina. Si trasferì poi all’università di Leida, come uditore, e quindi fu direttore del giardino zoologico e botanico di Hartekamp.
Nell’inverno 1737-38 ritornò a Leida; dopo aver esercitato la professione di medico dal 1738 al 1741, fu chiamato alla cattedra di medicina ad Uppsala, e a questa università restò legato fino alla morte.
Linneo si può considerare il fondatore della sistematica scientifica; l’opera più significativa in questo senso è il Systema naturae (1735), in cui pone le basi della moderna tassonomia, non solo fissando in maniera definitiva il concetto di specie, ma anche adottando la nomenclatura binomia delle stesse in lingua latina, per cui i naturalisti di ogni nazionalità possono riferirsi senza equivoci allo stesso organismo, e stabilendo dei raggruppamenti di ordine superiore.
Per le grandi suddivisioni, cui attribuisce il nome di "classe" , Linneo prese in considerazione i caratteri anatomici, mentre per le suddivisioni minori (ordini) tenne conto anche dei caratteri esteriori e biologici; in alcune parti la sua classificazione è puramente artificiale. L’ultima edizione, la XIII in 10 volumi, fu pubblicata postuma, fra il 1788 e il 1793.
Nella sua ricerca di un sistematico ordinamento della natura, culminata appunto nel Systema naturae , Linneo si è dedicato con particolare amore soprattutto al regno vegetale. I suoi concetti fondamentali sulla botanica sono espressi anche in altre opere: Fundamenta botanica , Critica botanica , Genera plantarum (1737) e soprattutto Species plantarum , in cui per la prima volta ha usato la nomenclatura binomia.
Sebbene sia noto prevalentemente per i suoi lavori di sistematica, Linneo ha lavorato con successo anche in altri campi: anatomia e fisiologia vegetale, ecologia della flora d’alta montagna, coltivazione degli ortaggi, ricerche sull’alimentazione e sull’impiego delle piante medicinali, ecc.
  
Buffon Georges Louis Leclerc , conte di Buffon (1707 Montbard – 1788 Parigi), naturalista e scrittore francese.
Intendente del "Jardin Royal des Plantes" di Parigi, il futuro museo di storia naturale, convinto della variabilità delle specie, pur non essendo evoluzionista, studiò la distribuzione geografica degli animali e ne descrisse i costumi nei 36 volumi della Storia naturale.
Sostenne l’esistenza di specie nobili che si mantengono inalterate, e di specie inferiori che possono trasformarsi per degenerazione in specie nuove. Accademico di Francia (1753), attribuì grande importanza allo stile nell’esposizione delle teorie scientifiche: proverbiale è la sua frase "lo stile è l’uomo" .
  
Hutton James (1726 – 1797 Edimburgo), geologo scozzese.
Fu uno dei pionieri della petrogenesi, distinguendo per primo tre tipi fondamentali di rocce (intrusive, sedimentarie, metamorfiche). 
  
Spallanzani Lazzaro (1729 Scandiano, Reggio nell’Emilia – 1799 Pavia), biologo.
Dopo aver studiato giurisprudenza e ricevuto gli ordini minori, fu portato a dedicarsi alle scienze dall’amicizia con Laura Bassi, studiosa di matematica e fisica.
Svolse la sua attività nelle università di Reggio, Modena e Pavia, dove rimase sino al 1796, anno in cui la città fu presa dai francesi, con i quali rifiutò di collaborare, essendo ostile alla Rivoluzione e al Direttorio.
Le sue ricerche biologiche lo pongono tra i fondatori della biologia moderna, soprattutto per l’adozione del metodo sperimentale e per la dimostrazione dell’erroneità della teoria della generazione spontanea sostenuta da Needham e interpretata da Buffon.
A sostegno delle sue ipotesi dimostrò la necessità della fecondazione per la riproduzione e nel 1777 realizzò la prima fecondazione artificiale.
Apportò contributi determinanti alla conoscenza dei meccanismi circolatori, respiratori e digestivi nonché della facoltà di orientamento dei pipistrelli, dell’elettricità delle torpedini e della biologia marina. Tra le numerose opere: Saggio di osservazioni microscopiche concernenti il sistema della generazione, ecc. (1765); Prodromo di un’opera da imprimersi sopra le riproduzioni animali (1768); Dei fenomeni della circolazione osservati nel giro universale dei vasi (1773); Opuscoli di fisica animale e vegetabile (1776); Esperienze necessarie per la storia della generazione (1785).
  
Lamarck Jean-Baptiste de Monet , cavaliere di Lamarck (1744 Bazentin, Piccardia – 1829 Parigi), naturalista francese.
Dedicatosi allo studio delle scienze naturali, dopo aver abbandonato la carriera militare, scelta contro il parere della famiglia, scrisse la Flora francese (1778), in cui introdusse la classificazione dicotomica che gli valse la protezione di Buffon, la nomina a membro dell’Accademia delle scienze (1779) e successivamente a custode degli erbari del gabinetto di storia naturale. Quando nel 1793 il "Jardin des plantes" fu ristrutturato, andò ad occupare la cattedra di anatomia degli invertebrati ed elaborò la teoria nota come lamarckismo . Tra le opere principali: Ricerche sulle cause dei principali fenomeni fisici (1793); Ricerche sull’organizzazione degli esseri viventi (1802); Filosofia zoologica (1809); Storia naturale degli animali senza vertebre (1815-22).
  
Lyell sir Charles (1797 Kinnordy, Forfarshire – 1875 Londra), geologo scozzese.
E’ considerato uno dei pionieri della stratigrafia scientifica. A lui si deve infatti la suddivisione del terziario ancora in uso; inoltre sostenne la teoria dell’attualismo e aderì alla teoria evoluzionistica di Darwin. Fu professore al Royal College di Londra e, dal 1835, presidente del Geological Society di Londra. Le sue opere più importanti sono i due fondamentali testi Principi di geologia (1830 –33; ultima ed. 1876) e Elementi di geologia (1838).
  
Darwin Charles Robert (1809 Shresbury, Shropshire – 1882 Down, Kent), naturalista inglese.
Intraprese dapprima gli studi di medicina ad Edimburgo, quindi di teologia a Cambridge ma non li portò a termine essendo il suo interesse orientato soprattutto alle scienze naturali. Addottoratosi in tale disciplina nel 1831, nello stesso anno si aggregò alla spedizione scientifica del capitano Fritzoy che, a bordo del brigantino Beagle, nell’arco di 5 anni effettuò un viaggio intorno al mondo.
Il materiale raccolto in tale viaggio fu determinante per la storia delle scienze in quanto fornì a Darwin il substrato per l’elaborazione della teoria evoluzionista che da lui prese nome. Alla fine del viaggio soggiornò alcuni anni a Londra, quindi si ritirò nel Kent dove rimase sino alla fine della sua vita, lavorando in privato ma mantenendo stretti contatti con i maggiori scienziati dell’epoca.
La sua opera fu oggetto di accese polemiche in quanto gli ambienti scientifici conservatori si opponevano accanitamente alle sue teorie; ciò nonostante fu ritenuto ancora in vita, uno dei massimi scienziati moderni.
Tra le sue opere si ricordano Il viaggio di un naturalista intorno al mondo (1840), in cui sono raccolte le note del viaggio relative alla crociera sul Beagle; Osservazioni geologiche sul Sudamerica (1846); L’origine delle specie attraverso la selezione naturale (1859), in cui sintetizzò le concezioni evoluzionistiche che andava elaborando da anni, sollecitato dalla comunicazione che A. Russell Wallace era pervenuto alle sue stesse conclusioni; L’origine dell’uomo e la selezione sessuale (1871); Gli effetti della fecondazione diretta e della fecondazione incrociata nel regno vegetale (1877).